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domenica 11 maggio 2014

CESARE PAVESE




Il poeta Cesare Pavese






Indifferenza.

E’ sbocciato quest’odio come un vivido amore

dolorando, e contempla se stesso anelante.

Chiede un volto e una carne, come fosse un amore.

Sono morte la carne del mondo e le voci

che suonavano, un tremito ha colto le cose;

tutta quanta la vita è sospesa a una voce.

Sotto un’estasi amara trascorrono i giorni

alla triste carezza della voce che torna

scolorendoci il viso. Non senza dolcezza

questa voce al ricordo risuona spietata

e tremante: ha tremato una volta per noi.

Ma la carne non trema. Soltanto un amore

la potrebbe incendiare, e quest’odio la cerca.

Tutte quante le cose e la carne del mondo

e le voci, non valgono l’accesa carezza

di quel corpo e quegli occhi. Nell’estasi amara

che distrugge se stessa, quest’odio ritrova

ogni giorno uno sguardo, una rotta parola,

e li afferra, insaziabile, come fosse un amore.



Cesare Pavese



La saggezza popolare sentenzia che non c’è maggior disprezzo della non curanza. Che cosa c’è infatti di più doloroso dell’indifferenza?

Un autore straordinario, fecondo in poesia e in prosa, un genio della letteratura novecentesca, Cesare Pavese firma questo amaro componimento.

Versi pungenti intrisi di malinconia costituiscono l'ordito di questa magnifica poesia.

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