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lunedì 14 gennaio 2013

La Regione Lombardia è malata di mafia. Consapevolezza e volontà di affrontare la terapia giusta sono l'unica alternativa per non soccombere.


A cura della Lista Civica Movimento 5 Stelle Varese
PalazzoLombardia.jpgLa regione Lombardia, e in particolare la provincia di Varese, ha un problema, ma non ne vuole parlare: si vergogna. Una mente capace di tali eccellenze con un fisico vigoroso e apparentemente in buona salute non dovrebbero soffrire di una simile, straziante malattia!
E' una regione omertosa, quella che emerge se si indagano a fondo i fatti che legano il nostro territorio alla realtà dell'infiltrazione mafiosa: un problema presente ma poco discusso, che invece permea e corrompe i principali settori produttivi.
Come ogni altra grave malattia anche questa, per essere combattuta e debellata, deve essere riconosciuta e combattuta con ogni cura possibile, senza pudori medievali. Nasconderla a se stessi equivarrebbe a lasciarsi morire.
Il MoVimento 5 Stelle è consapevole che - qualsiasi cosa vorrà fare di buono in Lombardia - dovrà scontrarsi contro gli interessi della criminalità organizzata, sapendo che è proprio nell'omertà e nel silenzio che 'ndrangheta e mafia trovano la loro forza.
Il triangolo Nord.
C'è un triangolo a Nord del Duomo tra Legnano, Busto Arsizio e Varese in cui 'ndrangheta e cosa nostra sono di casa. Sanno che le persone del posto non si intendono di queste faccende 'meridionali' e quindi riescono a muoversi, quasi con disinvoltura, arrivando a influenzare diversi settori produttivi e importanti ambiti della vita pubblica.
Ad esempio il 14 luglio 2008, al circolo 'Reduci e combattenti' di San Vittore Olona, venne ucciso Carmelo Novella, reggente della 'ndrangheta in Lombardia. Fu assassinato perché aveva manie secessioniste. Una notizia che meritò poche righe nei giornali dell'epoca, ma che è tuttora di grande rilevanza. Non si tratta comunque di un caso isolato: dal 2004 sono otto gli omicidi commessi in questo triangolo e riconducibili alla criminalità organizzata.
Già abbastanza per diagnosticare la malattia.
Legnano
Sul nostro territorio agiscono dei cattivi ragazzi, i 'Bad Boys' dell'omonima indagine che nel luglio 2011 portò all'arresto del boss Vincenzo Rispoli a Cirò Marina, in provincia di Catanzaro. Secondo quanto si legge nella sentenza dei tribunali di Busto Arsizio e di Milano, Rispoli risulterebbe legato a un famoso locale legnanese che sarebbe stato eletto a centro operativo per le attività illecite ai danni di imprenditori della zona. Dopo tre anni dall'arresto della banda, che operava tra Legnano e Lonate Pozzolo, sono stati recuperati circa 40 milioni di euro.
Busto Arsizio
Un calderone scoperchiato anche grazie all'indagine del tribunale di Busto Arsizio. Ad attirare l'attenzione su questa zona ci ha pensato la Direzione Antimafia, che nel 2007 riuscì a svelare che a Busto si pagava il pizzo. Anche questa è una realtà conosciuta ma poco raccontata.
Il fenomeno si è reso noto grazie all'arresto di cinque persone, avvenuto il 29 marzo 2011 su richiesta del Procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del Sostituto Nicola Piacente. E' inquietante che, fino alla convocazione dei diretti interessati, nessuna denuncia fosse pervenuta.
Malpensa
Risaliamo così la strada verso Malpensa tra omicidi, estorsioni e omertà. Come si evince dall'operazione 'Tetragona' condotta dalla Dda di Caltanissetta, che ha toccato città come Genova e Busto Arsizio, il traffico di droga con Santo Domingo è senza dubbio una delle principali fonti di reddito della criminalità organizzata. Attorno all''Hub di Malpensa pare ruotare il perno di questo traffico internazionale, come dimostrano i numerosi sequestri.
Grandi Opere
Abbiamo raggiunto così il nodo principale da cui partono gli interessi della criminalità organizzata e che conduce allo spaccio di droga, principale fonte di reddito in tutta la regione.
La presenza capillare e diffusa delle organizzazioni criminali fu testimoniata nel luglio 2010 dai magistrati antimafia di Reggio Calabria e Milano, che fecero scattare l'operazione 'Infinito': un'operazione che, tra le altre cose, ha portato gli investigatori della Dia di Milano, Dia.jpgagli ordini del colonnello Alfonso Di Vito, a emettere 148 interdittive antimafia. Il dato, in testa alla classifica nazionale, fotografa un fenomeno allarmante: l'infiltrazione mafiosa nei cantieri pubblici.
Se si pensa che tra il 2008 e il 2011 gli appalti pubblici hanno toccato 16 miliardi di euro e la sola Expo è un affare da 1,4 miliardi, si può avere un'idea della proporzione della questione.
Sanità
Infine abbiamo l'argomento Sanità, il vero e proprio core business delle Regioni. Basti dire che il 23 dicembre 2010 il Governatore Formigoni nominò Pietrogino Pezzano direttore generale dell'Asl di Milano e che, per oltre un anno, questi fu indagato per associazione mafiosa.
Se da un lato è vero che un'indagine non implica un fatto, dall'altro bisogna aggiungere che, a causa di guai giudiziari, in Regione Lombardia sono stati sostituiti:
1. Guido Bombarda, ex assessore AN, agli arresti domiciliari per corruzione e truffa;
2. Piergianni Prosperini, accusato di tangenti quando guidava il Turismo;
3. Franco Nicoli Cristiani, ex assessore PdL, accusato di aver percepito tangenti;
4. Massimo Ponzoni, dimessosi per accuse di corruzione e bancarotta;
5. Domenico Zambetti, che avrebbe versato 200.000 euro per acquistare un pacchetto di 4.000 preferenze.
Inoltre, un totale di tredici consiglieri regionali dell'assemblea (su 80) sono finiti sotto inchiesta, a riprova che Regione Lombardia è divenuta permeabile alle logiche e dei comportamenti mafiosi fino a renderli strutturali. Tirando le somme, si può ben dire che la giunta Formigoni sia, di fatto, caduta per infiltrazione mafiosa.
La Cura
A questo punto la diagnosi è completa e drammatica.
Ancora più fastidiosi, però, sono il silenzio e l'apparente perbenismo dietro i quali la Lombardia nasconde la malattia a se stessa e agli altri. Un vero caso di omertà in cui nessuno sembra voler constatare un fatto assodato e che riguarda da vicino. Tutti noi.
La terapia è lunga, le cure dolorose, ma da subito il Movimento 5 Stelle si impegna per cominciare a rompere questo velo d'omertà e per fare la differenza: l'art. 19 dello Statuto Regionale prevede la possibilità di aprire una Commissione d'inchiesta su richiesta motivata di un terzo dei componenti del Consiglio Regionale.
Come disse Paolo Borsellino, solo "se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo".

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domenica 13 gennaio 2013

LE 3 BALLE SUI 5 STELLE



Da oggi alle elezioni inizia una nuova rubrica dal titolo "Le Balle Quotidiane" contro il M5S. Le balle prodotte dai pennivendoli sono numerose, può essere quindi che qualcuna ci sfugga.
PRIMA BALLA. L'indicazione di "Capo politico" nella presentazione del simbolo e del programma è obbligatoria, deve essere scritta per forza così per legge. Non ha nulla a che fare con il premierato che in Italia NON ESISTE. I giornalisti che spacciano la balla dei candidati premier non hanno letto né la Costituzione, né la legge elettorale. Il candidato alla presidenza del Consiglio è scelto liberamente dal Presidente della Repubblica, come è avvenuto per Monti e decine di volte dal dopoguerra.
SECONDA BALLA. Grillo ha aperto a Casa Pound, vuole allearsi con i fascisti... chi lo ha scritto è in totale malafede, un leccaculo del Sistema. Io non ho aperto a nessun partito e non sono fascista né simpatizzante del fascismo. Ma chi credete di prendere per il culo? Invece ho detto e ribadisco che il M5S non è un movimento ideologico, ma vuole ottenere la democrazia diretta E' un movimento al quale chiunque non sia iscritto a un partito e accetti il suo programma, può iscriversi. E' ecumenico.
TERZA BALLA. Il M5S prende soldi per la campagna elettorale come tutti gli altri. Il M5S chiede contributi liberi ai cittadini che lo vogliono sostenere. Non ha mai ricevuto contributi pubblici in passato per le elezioni regionali. Non chiederà contributi pubblici per le elezioni politiche (con le attuali proiezioni di voto avrebbe diritto a circa 100 milioni di euro) al contrario di tutti gli altri partiti, sia quelli con la foglia di fico che quelli senza.

SOLILOQUI NOTTURNI




In molti attendevano con ansia che Silvio Berlusconi scendesse nell’arena di servizio pubblico ma a me, ad intuito, sembrava che chi non avesse niente da perdere e tutto da guadagnare fosse proprio lui : l’eclettico bugiardo, Alì  Babà con le sue 40 olgettine….
Da subito mi sono accorto che il programma televisivo non sembrava più un momento di approfondimento politico, quanto piuttosto una sorta di avanspettacolo con velleità giornalistiche, una roba che sembrava fosse fatta apposta per favorire il cavaliere….
Certo è facile giudicare a posteriori e non voglio credere che l’intento di Santoro sia solo quello di fare audience stellari, sta di fatto che l’impressione generale che ricavava l’utente un po’scazzato e distratto (com’ero io) era di un Berlusca combattivo e pimpante e di un contraddittorio un po’ moscio che sembrava recitare un copione, neanche imparato tanto bene a memoria.
Eh si, perché tutto si puo’ dire del nonnetto di Arcore, salvo che non sia assolutamente padrone del mezzo televisivo e faccia scaturire dalla sua faretra, bugie improvvisate rapide come frecce e spettacolari come i botti di capodanno!
Premesso che i botti fossero al 99% balle spaziali conclamate, tuttavia, apparevano credibili all’orecchio disattento…
Insomma, la tanto attesa arena, non ha visto combattimenti di gladiatori , ma risentiva di una vistosa mancanza di testosterone in coloro che incalzavano il “caimano”, il quale, se sottovalutato, si rivela essere un predatore mediatico insaziabile.
L’altra pessima notizia: la contraffazione dei loghi dei partiti. L’ennesima vigliaccata dell’ultim’ora….
Se queste torbide manovre inficiassero le legittime possibilità del gioco democratico la situazione potrebbe degenerare con sviluppi inprevedibili.



lunedì 7 gennaio 2013

BASTA ! QUESTE FACCE NON LE VOGLIAMO PIU'!!!
















Stiamo assistendo ad un progressivo marcire dei diritti dei lavoratori. Quando  Berlusconi ha promesso 1.000.000 di posti di lavoro ha scientemente omesso di dire che quei posti di lavoro sarebbero stati privi di tutte le conquiste che la  storia del sindacalismo ha guadagnato con trattative e lotte durissime durate decenni e decenni.
D’altronde il potere di Berlusconi non è forse stato quello profetizzato da Orwell nel libro (e poi film) 1984?
Non è stato forse Berlusconi a imporre un “neo-pensiero” in Italia mediante l’uso scientificamente imponente e martellante dei mass-media?  Non è stato forse lui ad imporre alla maggioranza di noi che 2+2=5?
Ebbene, ecco che dopo aver condotto l’Italia sull’orlo del baratro finanziario, grazie all’appoggio fondamentale degli alleati leghisti, si ripropone all’elettorato continuando ad affermare imperturbabile che 2+2 è sempre =5 , o meglio, talvolta, quando fa comodo a lui.
Ma, cari amici, le leggi che sono all’origine del precariato in Italia non sono da ascrivere solo all’on.Berlusconi, perché anche la sinistra le ha volute e sostenute e i sindacati non si sono mai interessati  veramente del problema. I sindacati difendono chi un lavoro vero ce l’ha già, hanno difeso gli esodati ma di precariato si sono solo riempito la bocca senza proporre soluzioni o iniziative.
E che dire del prof. Monti, neo salvatore della patria? Non dovevano lui e la sua ministra Fornero risolvere il problema del lavoro precario?  Macchè si sono interessati di privare i lavoratori anche dello scudo dell’articolo 18 e di rendere il lavoro più flessibile solo a favore di confindustria e di ancora ipotetici investitori stranieri……
Abbiamo bello e capito che il prof Monti è un liberale di destra e che se andasse al potere le sue riforme le farebbe pagare ai poveri disgraziati…..
Ma i privilegi della casta politica e lo smantellamento delle province e una legge elettorale che togliesse il potere ai partiti d’imporre dall’alto i propri “candidati” perché nessuno le ha toccate?
BASTA! BASTA con i Casini, Bersani, Berlusconi, Fini ,Maroni e quegli invasati dei leghisti!!!!
Queste facce ci hanno governato per 20 anni e non le vogliamo vedere mai più. Se ne devono andare e bisogna restituire quella dignità alla politica che questa accozzaglia di briganti e volgari grassatori ha rubato, insieme con i nostri soldi.

venerdì 4 gennaio 2013

Attila Josef Il dolore


 Il  dolore










Il dolore è un postino grigio, silenzioso,
col viso asciutto, gli occhi d’un azzurro chiaro,
dalle sue spalle fragili pende la borsa, 
il vestito è scuro e consumato.
Nel suo petto batte un orologio
da pochi soldi; 
timidamente sguscia
di strada in strada, 
si stringe ai muri delle case, 
sparisce in un portone.
Poi bussa. E ha una lettera per te.


Attila József



Figlio di Áron József, operaio di nazionalità ungherese originario della regione del Banato (la cui maggior parte venne successivamente divisa tra Romania e Serbia dal trattato del Trianon), e di Borbála Pőcze, contadina, nacque nel quartiere popolare di Ferencváros, a Budapest, terzogenito dopo le sorelle Eta e Jolán. Il padre abbandonò la famiglia quando lui aveva l'età di tre anni e la madre non riuscì a mantenere economicamente i figli. Attila, attraverso un'istituzione nazionale di assistenza sociale, venne affidato ad una coppia di Öcsöd per lavorare nella loro fattoria. Le condizioni di vita furono tali che Attila (ribattezzato "Pista" dai genitori affidatari) fuggì nuovamente a Budapest per tornare dalla madre.
La madre morì nel 1919, a 43 anni di età. Attila venne quindi cresciuto da Ödön Makai, suo cognato, che gli consentì di studiare in una scuola superiore. Successivamente si iscrisse all'università di Seghedino, con l'intenzione di diventare un insegnante, ma ne venne espulso per via di una poesia provocatoria che aveva scritto.
Da quel momento, cercò di mantenersi con i pochi guadagni derivanti dalla pubblicazione dei suoi scritti. Iniziò, inoltre, a dare segni di schizofrenia e andò in cura presso vari psichiatri.
Morì nel 1937 all'età di 32 anni a Balatonszárszó, dove viveva con la sorella ed il cognato, travolto da un treno di passaggio mentre si trovava sdraiato sui binari. L'ipotesi del suicidio è la più accreditata, anche se alcuni studiosi non escludono l'incidente.
Presso il luogo della sua morte è posto un cippo memoriale.
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giovedì 3 gennaio 2013

GENERAZIONE PRECARIA...






Siamo un popolo di precari, sospesi tra la terra ed il cielo. Attendiamo che qualcosa cambi nel nostro paese, finora invano.
Non possiamo ammalarci, la malattia non è contemplata nei nostri contratti co.co.co , co.co.pro, stage, finti apprendistati, ecc, ecc, Le vacanze, anch'esse non ci sono pagate, così come non conosciamo tredicesime, buoni pasto. Le festività non sono retribuite, con la scusa che tocca a tutti un week end di lavoro , con una opportuna turnazione....
Non possiamo progettare il nostro futuro perchè non possiamo avere un mutuo per costruirci una casa. Crescere dei figli senza l'aiuto della famiglia di origine è quasi impossibile e molti rinunciano a divenire autonomi e avere dei figli, per necessità, venendo bollati come "bamboccioni".
Stiamo diventando un nuovo modello di schiavi, in nome di una flessibilità che fa comodo solo ai padroni delle industrie. Siamo dei burattini nelle mani di banchieri speculatori e senza scrupoli di cui ci tocca pagare con i nostri soldi, gli errori commessi per la loro troppa avidità e menefreghismo.
Per quanto tempo ancora ce ne staremo lassù, inerti, ad aspettare che cambi qualcosa?

Bisogna scendere in campo, bisogna che noi, in prima persona, c'impegnamo........
Perchè qui',compagni, fratelli, bisogna cambiare tutto:

quì o si fa l'Italia o si muore.